"Umanesimo" e "Rinascimento" sono i due grandi eventi che affermano la centralità dell'uomo nel cosmo; una centralità che in qualche modo va a sostituire il ruolo che nel Medioevo aveva occupato Dio. Ciò non significa che i nuovi intellettuali siano atei o miscredenti, ma la loro religiosità si caratterizza per la valorizzazione della dignità dell'uomo, considerato artefice del proprio destino, cioè padrone e responsabile della propria vita.
I pensatori, ritengono che Dio, creando l'uomo, gli abbia affidato anche il dominio sulla Terra e su tutte le altre creature. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, però, è necessario che egli si impadronisca dei segreti della natura attraverso lo studio dei suoi principi. Di qui il rinnovato interesse per il mondo naturale, non più ritenuto, come nel Medioevo, il luogo misterioso della manifestazione delle forze divine, ma dotato di leggi proprie che devono essere conosciute e rispettate.
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