Con l'Umanesimo la filologia diventa una scienza vera e propria, accurata e precisa, ed è anche grazie ad essa che si diffonde in Europa la conoscenza delle lingue greca e latina, in cui erano stati redatti i testi classici. Anzi, il latino diventa, nella prima metà del XV secolo, la lingua ufficiale della nuova Europa: strumento certamente aristocratico, ma di un'aristocrazia non più basata sulla nobiltà del sangue o sul censo, bensì sulla cultura e sulla conoscenza.
La diffusione del latino come lingua della comunicazione filosofica e letteraria deve essere apprezzata in quanto viene a costruire un formidabile mezzo per la circolazione delle nuove idee umanistiche e scientifiche tra i dotti europei, che ora possono leggere e conoscere le opere che si pubblicano in ogni parte del vecchio continente. Tale risultato è reso possibile anche grazie ad una delle conquiste più importanti della modernità: la stampa a caratteri mobili.
La lingua latina cederà poi il passo alle lingue volgari, che rappresentano un ulteriore momento di allargamento della cultura ai ceti borghesi e mercantili.