lunedì 8 ottobre 2018

LA RIFORMA PROTESTANTE E IL LIBERO ESAME DELLE SCRITTURE

Il principio cardine ha grande rilevanza filosofico-culturale: il "libero esame" delle Scritture, affermato da Martin Lutero nelle celebri novantacinque tesi affisse sul portale della chiesa di Wittenberg nell'ottobre del 1517. Questo principio sosteneva che ogni fedele si doveva rapportare direttamente al testo sacro. Esso si collegava all'esigenza tipicamente umanistica e rinascimentale di "ritorno alle fonti", cioè alle "origini" del cristianesimo, recuperando la dimensione dell'interiorità della fede.
Il ruolo della Chiesa viene messo in discussione da Lutero, il quale nega il suo valore di mediatrice tra l'uomo e Dio: come ogni credente è in grado di cogliere la verità contenuta nelle Scritture direttamente, senza bisogno dell'interpretazione del sacerdote, così non è la Chiesa a dispensare la grazia di cui l'uomo ha bisogno per salvarsi, in quanto solo Dio detiene tale potere. Le opere e le azioni dei fedeli non valgono nulla nella conquista del perdono; esclusivamente la fede, che è un dono divino, può portare gli uomini alla salvezza, evitando loro la dannazione.


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