martedì 30 ottobre 2018

LA RISCOPERTA DI PLATONE E ARISTOTELE

Due principali correnti di pensiero che caratterizzano l'epoca: quella dei platonici e quella degli aristotelici. Con l'Umanesimo si verifica una vera e propria riscoperta di Platone, le cui opere vengono conosciute integralmente grazie alla traduzione in latino. Anche gli studi aristotelici subiscono una profonda rivisitazione, dovuta alle nuove traduzioni e i relativi commenti si intende recuperare l'autenticità della filosofia aristotelica al di là delle superate e complesse interpretazioni scolastiche e medievali.
I platonici sono interessati soprattutto ad una rinascita spirituale e religiosa.
Gli aristotelici trovano nei testi di Aristotele uno stimolo per l'approfondimento della ricerca razionale e naturalistica.
I centri geografici di queste correnti sono rispettivamente Firenze per il platonismo e Padova per l'aristotelismo.

 

lunedì 8 ottobre 2018

LA RIFORMA PROTESTANTE E IL LIBERO ESAME DELLE SCRITTURE

Il principio cardine ha grande rilevanza filosofico-culturale: il "libero esame" delle Scritture, affermato da Martin Lutero nelle celebri novantacinque tesi affisse sul portale della chiesa di Wittenberg nell'ottobre del 1517. Questo principio sosteneva che ogni fedele si doveva rapportare direttamente al testo sacro. Esso si collegava all'esigenza tipicamente umanistica e rinascimentale di "ritorno alle fonti", cioè alle "origini" del cristianesimo, recuperando la dimensione dell'interiorità della fede.
Il ruolo della Chiesa viene messo in discussione da Lutero, il quale nega il suo valore di mediatrice tra l'uomo e Dio: come ogni credente è in grado di cogliere la verità contenuta nelle Scritture direttamente, senza bisogno dell'interpretazione del sacerdote, così non è la Chiesa a dispensare la grazia di cui l'uomo ha bisogno per salvarsi, in quanto solo Dio detiene tale potere. Le opere e le azioni dei fedeli non valgono nulla nella conquista del perdono; esclusivamente la fede, che è un dono divino, può portare gli uomini alla salvezza, evitando loro la dannazione.


IL RINASCIMENTO: DALLA LEZIONE DEGLI ANTICHI

Il termine "Umanesimo", che connota più specificamente il Cinquecento, quando il movimento umanistico e riformatore conquista le più importanti città europee, indica quel complesso periodo in cui assiste a un profondo rinnovamento ("rinascita") in tutti i campi, da quello artistico a quello religioso, da quello filosofico a quello scientifico. Si tratta di una fase in cui si manifesta una negativa considerazione per il Medioevo.
Gli intellettuali dell'epoca si riallacciano idealmente ai grandi filosofi della Grecia: lo studio rigoroso dei testi classici è concepito come funzionale a un reale progresso pratico degli uomini.


LA DIFFUSIONE DEL LATINO E LA CIRCOLAZIONE DELLE IDEE

Con l'Umanesimo la filologia diventa una scienza vera e propria, accurata e precisa, ed è anche grazie ad essa che si diffonde in Europa la conoscenza delle lingue greca e latina, in cui erano stati redatti i testi classici. Anzi, il latino diventa, nella prima metà del XV secolo, la lingua ufficiale della nuova Europa: strumento certamente aristocratico, ma di un'aristocrazia non più basata sulla nobiltà del sangue o sul censo, bensì sulla cultura e sulla conoscenza.
La diffusione del latino come lingua della comunicazione filosofica e letteraria deve essere apprezzata in quanto viene a costruire un formidabile mezzo per la circolazione delle nuove idee umanistiche e scientifiche tra i dotti europei, che ora possono leggere e conoscere le opere che si pubblicano in ogni parte del vecchio continente. Tale risultato è reso possibile anche grazie ad una delle conquiste più importanti della modernità: la stampa a caratteri mobili.
La lingua latina cederà poi il passo alle lingue volgari, che rappresentano un ulteriore momento di allargamento della cultura ai ceti borghesi e mercantili.


L'APPROCCIO FILOLOGICO ALLA CULTURA CLASSICA

L'interesse filologico segna una netta differenza del nuovo approccio umanistico rispetto a quello del chierico medievale, al quale non interessava tanto il recupero del documento nella sua veste originaria, quanto l'utilizzo del suo contenuto allo scopo di trovare una conferma alla propria dottrina o fede. Gli umanisti, invece, mirano a ripristinare il testo nella sua forma originale.