lunedì 5 novembre 2018

BACONE

Nel quadro "rivoluzione scientifica" s'inserisce anche la figura dell'inglese Francis Bacon, il cui nome viene italianizzato in Francesco Bacone.
Egli occupa un posto di primo piano nella storia del pensiero del Cinquecento e Seicento, come interprete e cantore del valore e della possibilità della scienza moderna. Una scienza non più considerata teorica, ma proiettata nella dimensione pratica, come sapere utile, anche in virtù della stretta connessione con la tecnica.
Nel libro della Genesi, in cui si dice che Dio creando l'uomo gli diede la supremazia su tutte le creature, Bacone sostiene che tale è lo scodella scienza. La più grande ambizione che possa avere l'uomo possa nutrire è proprio quella di estendere, grazie alla tecnica e alla scienza, il suo dominio sulla natura. E dominare la natura non significa farle violenza, ma obbedire alle sue leggi , ossia conoscerla e rispettarne l'intima essenza.
E' proprio in questo contesto che si viene affermando una nuova figura di intellettuale: l'esperto di tecnologia, il practioner. In realtà non si tratta di un'unica figurava di una serie di nuovi  profili professionali (l'ingegnere militare e civile, il costruttore navale, il perfezionatore di strumenti tecnologici). All'interno di questa svolta epocale si situa la critica di Bacone alla filosofia aristotelica-scolastica.
Bacone è convinto che il progresso della conoscenza non possa essere il frutto del lavoro interno alle scuole filosofiche, ma debba rappresentare il parto maturo della moderna civiltà.


LA CRITICA ALLA TRADIZIONE E ALLA SUPERSTIZIONE
Bacone osserva che nelle arti meccaniche, cioè nell'ambito del sapere tecnico- scientifico, si registrano continui progressi, poiché esse si avvalgono dell'esperienza e del costante rapporto con la natura. Inoltre, mentre in tale campo c'è grande collaborazione tra i migliori ingegni, nella filosofia vige perlopiù il principio di autorità, per cui ci si sottomette ciecamente al magistero di una sola persona. Basta pensare al caso di Aristotele, il quale invece di portare avanti le sue indagini, ha preferito riprodurre passivamente le sue teorie.
Alla figura del" maestro" Bacone preferisce quella dell' "inventore", alla figura del sapiente quella del professionista che contribuisce al progresso della scienza. E' in quest'ottica che invita i suoi contemporanei a rifiutare la "dittatura" di Aristotele.
Per Bacone i moderni superano gli antichi perché hanno accumulato maggiori esperienze. La verità, infatti, è "figlia del tempo" e si rivela gradualmente all'uomo attraverso i vari contributi che si sommano e si accumulano nella storia.
Dura è la sua battaglia contro i maghi e gli astrologici particolare per il fatto che essi si servono di una lingua criptica ed enigmatica, comprensibile per la gente comune.
La magia e la scienza hanno una differente e inconciliabile finalità: la magia non mira a conseguire vantaggi per gli uomini, ma solo a suggestionare le persone e a sottometterle alla sua influenza. Secondo Bacone, essa raggiunge tale obbiettivo ricorrendo alla menzogna e all'inganno.
Nella sua celebre opera il Novum Organum (nuova logica), che già dal titolo allude a una contrapposizione rispetto alla logica aristotelica, troviamo la celebre dottrina degli idoli, ovvero i pregiudizi che ostacolano il raggiungimento della verità e che sono così profondamente radicati nella natura umana da richiedere, per la loro rimozione, una profonda rivoluzione culturale e filosofica. Gli idoli si dividono in quattro tipi.


Nessun commento:

Posta un commento