lunedì 5 novembre 2018

GALILEO GALILEI

Galileo nasce a Pisa nel 1564
Ad essi si deve la prima verifica di tipo empirico della teoria copernicana, che per diventare una vera e propria teoria scientifica, dotata di un significato fisico oggettivo.
La teoria eliocentrica era stata divulgata come una prospettiva interessante per la spiegazione dei fenomeni, ma non come la risposta all'interrogativo sulla vera costituzione dell'universo; in quanto tale è stata accettata dalla Chiesa.
La novità della posizione di Galileo consiste proprio nel sostenere che il copernicanesimo rispecchia la vera struttura fisica dell'universo.
Galileo nel 1609 punta il telescopio al cielo per osservarne direttamente i fenomeni e provare che il Sole è al centro del nostro sistema planetario. Si tratta di una svolta epocale nella storia della scienza, egli cancella secoli di convinzioni (di derivazione aristotelica).
L'importanza di Galileo consiste dunque nel fatto che ha contribuito più di ogni altro alla riformulazione delle basi metodologiche della scienza moderna.



GLI STUDI E LA SCOPERTE ASTRONOMICHE
Galileo compì la sua formazione a Firenze e ottenne la prima docenza universitaria a Pisa, per poi passare a Padova nel 1592.
Nel 1609, avuta notizia dell'invezione del cannocchiale in Olanda, si diede a costruirne uno in proprio adattandolo all'osservazione dei corpi celesti. Galileo avendo una solida preparazione teorica e matematica, sapeva come utilizzare al meglio uno strumento così straordinario. Per questo lo puntò al cielo, per disvelare segreti nascosti da sempre all'occhio "nudo" dell'uomo. Quello che scoprì, sorprendente e rivoluzionario allo stesso tempo, segnò per sempre la storia della scienza e del pensiero, contribuendo a influenzare tragicamente l'esistenza del filosofo.
Galileo riuscì infatti a individuare la presenza delle macchie solari e a stabilire che la Luna presentava catene montuose, valli e crateri del tutto simili a quelli della Terra. Tali scoperte contribuirono a demolire l'impostazione della fisica aristotelica.
Un'altra grande scoperta galileiana, i quattro satelliti di Giove, servì a sottolineare ancora una volta la falsità aristotelica, dimostrando che non soltanto la Terra, ma anche gli altri pianeti avevano dei satelliti.



LA CONDANNA E L'ABIURA 
Tra scienza e fede non c'è una contraddizione, ma una separazione di competenze, essendo due ambiti diversi, con due linguaggi differenti, anche se riconducibili all'unico disegno del creatore.
In questo periodo l'atteggiamento della Chiesa si faceva sempre più aggressivo, nel 1616 il Sant'Uffizio condannava la dottrina eliocentrica come eretica e il cardinale Bellarmino intimava Galileo di abbandonare l'ipotesi copernicana. Alcuni anni dopo Galileo scrive Il saggiatore, che può intendersi come un manifesto della nuova scienza, contro gli errori e la falsità del dogmatismo.
Negli anni seguenti, grazie anche all'elevazione al pontificato del cardinale Barberini, che conosceva e stimava lo scienziato, Galileo poté godere di un periodo di pace e tranquillità. Frutto di questo periodo è la sua opera più matura e significativa, il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano, pensato con la finalità di essere il più possibile diffuso e compreso e con l'obbiettivo di far trionfare la verità della scienza copernicana. L'opera mostra in modo inconfondibile l'adesione al nuovo sistema astronomico.
L'opera, che in un primo momento aveva avuto l'autorizzazione ecclesiastica, fu subito dopo censurata. Galileo fu costretto a ritrattare. Condannato al carcere, ottenne di poter scontare la pena prima presso il vescovo di Siena e poi nella sua casa di Arcetri, vicino a Firenze. Egli fino alla fine non depose la sua carica polemica.
Morì l'8 gennaio 1642.



IL RUOLO DELL'ESPERIMENTO
Le ipotesi e le teorie devono sempre ottenere il "cimento", cioè la conferma o verifica sperimentale. Galileo ritiene che lo scienziato debba realizzare in laboratorio degli esperimenti, intesi come procedure artificiali volte a riprodurre in modo "semplificato" i fenomeni naturali, spogliandoli di tutti gli elementi e le circostanze che possono disturbarne o alternarne l'attuazione. La scienza moderna invoca la necessità di creare in laboratorio le condizioni per la verifica delle ipotesi.
In alcuni casi, però, il suddetto laboratorio è da intendersi in modo esclusivamente ideale, poiché non sempre quelle condizioni sono riproducibili. 
Il metodo scientifico galileiano implica una concezione matematica dell'universo e della natura. Tale concezione giustifica e fonda la possibilità della conoscenza umana che, nel suo procedere per osservazioni e ipotesi, rispecchia mirabilmente la struttura della realtà fisica.
Galileo può essere considerato a pieno titolo l'iniziatore della scienza moderna.




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